Vi siete mai chiesti perché due persone che condividono una stessa esperienza avversa possono reagire in modo molto diverso l’una dall’altra?
Ovviamente sono numerosi i fattori che influenzano le reazioni individuali agli eventi di vita, certo è che uno di questi è rappresentato dalla resilienza. Tra le persone sopravvissute all’attentato delle Torri Gemelle solo alcune hanno sviluppato disturbi psicopatologici, altre sono riuscite a superare la tragedia e a ritrovare gradualmente l’equilibrio ed il benessere psicologico.
Il termine resilienza deriva dal verbo latino “resalio”, risalire, e veniva impiegato dai marinai per indicare l’azione di risalire su un’imbarcazione dopo essere caduti in acqua.
“Quando la vita rovescia la nostra barca, alcuni affogano, altri lottano strenuamente per risalirvi”
(Valter Giraudo)
In psicologia questo termine indica la capacità di affrontare eventi stressanti e di riorganizzare la propria vita positivamente dopo averli attraversati, ripristinando l’equilibrio psicofisico preesistente.
…La resilienza è la capacità di piegarsi senza spezzarsi…
Le persone resilienti tendono ad essere più ottimiste, considerano cioè i cambiamenti della vita come una sfida piuttosto che una minaccia e interpretano gli eventi avversi come temporanei e circoscritti. Inoltre, si ritengono in grado di esercitare un controllo su ciò che accade nella loro vita, senza però ritenersi responsabili degli eventi negativi. La resilienza non è un tratto stabile di personalità ma un’abilità che si può acquisire e potenziare. Attraverso specifiche tecniche cognitivo-comportamentali è possibile sia rafforzare le risorse già possedute dagli individui e generalizzarle a diversi domini di vita, sia sviluppare nuove ed inesplorate abilità.
Eventi traumatici o stressanti possono incidere negativamente sulla capacità personale di reagire ma attraverso un percorso specialistico è possibile allenare la resilienza favorendo l’adattamento e la capacità di affrontare gli eventi, anche quelli molto dolorosi.