EMOZIONI: cosa sono, quali sono e quando rischiano di diventare un problema

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Pubblicato da: Fanny Categoria: Generale

Tutti sappiamo che cosa sono le emozioni ma se qualcuno ci chiedesse di definirle sarebbe difficile dare una risposta.
Un’emozione è una reazione della mente e del corpo di breve durata, un segnale che ci informa del fatto che è avvenuto un cambiamento importante nel nostro mondo; lo stimolo da cui nasce un’emozione può essere interno, come un pensiero o una sensazione corporea, oppure appartenere alla realtà esterna.

Tutti noi proviamo emozioni e le esprimiamo attraverso diversi canali (con la postura, l’intonazione della voce, la mimica facciale…). Le emozioni esistono da sempre e si sono mantenute nel corso dell’evoluzione perché svolgono funzioni fondamentali per la nostra sopravvivenza: ci motivano ad agire, ci informano del fatto che dentro di noi o intorno a noi qualcosa di importante sta cambiando, favoriscono l’interazione con gli altri, la conoscenza e la comprensione reciproca. Non esistono quindi emozioni positive o negative perché sono tutte ugualmente indispensabili per il nostro adattamento all’ambiente.

È possibile operare una distinzione tra emozioni primarie e secondarie. Rabbia, paura, tristezza, disgusto, sorpresa e felicità sono emozioni primarie, presenti fin dalla nascita e trasversali alle diverse culture, sono quindi innate ed universali. Le emozioni secondarie si sviluppano con la crescita, attraverso l’interazione con gli altri e sono frutto della combinazione tra più emozioni primarie; alcune di queste sono la colpa, la vergogna, il disprezzo, l’invidia e la gelosia.

Le emozioni rischiano di diventare un problema quando durano a lungo, sono troppo intense o non riusciamo a gestirle: questo accade se non siamo in grado di riconoscerle e attribuiamo loro un significato negativo, giudicandole pericolose ed intollerabili. Queste valutazioni ci spingono ad adottare delle strategie per tentare di regolarle, con lo scopo di ridurne l’intensità o di sopprimerle; alcune di queste tattiche consistono nell’evitare luoghi e frequentazioni che ci fanno provare vergogna o ripensare a lungo ad un evento che ci preoccupa per cercare di ridurre l’ansia che ne deriva. Purtroppo queste tecniche non sono utili, anzi, mantengono e peggiorano il problema che stiamo cercando di risolvere.
Anche l’assenza di emozioni o la loro eccessiva riduzione è indice di patologia: con il termine alessitimia si indica un disturbo che consiste nell’incapacità di riconoscere ed esprimere le proprie ed altrui emozioni.

In conclusione le emozioni non possono essere evitate, dobbiamo invece imparare ad ascoltarle, riconoscerle, esprimerle e gestirle per poter stare meglio. Quando non siamo in grado di fare tutto questo ci troviamo di fronte al fenomeno della disregolazione emotiva che rappresenta un importante fattore di rischio per lo sviluppo e il mantenimento di molti disturbi mentali. La terapia cognitivo-comportamentale aiuta ad individuare e a comprendere le reazioni emotive, mettendo in risalto il ruolo del pensiero nel generare l’esperienza emotiva: attraverso interventi sui pensieri e sui comportamenti è possibile acquisire nuove strategie di regolazione emotiva che ne riducano l’attivazione.

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